26.2.07

ITALIA - SCOZIA


Troncon: "Giornata indimenticabile"
Il mediano di mischia azzurro racconta a Gazzetta.it le sue emozioni dopo l'impresa contro la Scozia. "Non avremmo mai pensato di vincere con quel distacco. I nostri tifosi ci hanno dato una carica incredibile all'inno"

Alessandro Troncon, 33 anni, Omega
MILANO, 26 febbraio 2007 - Inizio questo mio "pezzo" ringraziando gli amici di Gazzetta per lo spazio concessomi e tutti i tifosi del rugby ai quali sabato abbiamo regalato una grande gioia. Erano in tanti ad Edimburgo, tantissimi, da tutta Italia. Mi dicono che gli italiani fossero cinque/seimila; certamente ne abbiamo incontrati una marea quando, venerdì pomeriggio, ci siamo concessi due passi per Edimburgo. Con loro abbiamo scambiato impressioni e commenti e abbiamo scattato parecchie foto; la bellezza della città ha certamente attirato molti di loro ma è la passione per il rugby e il tifo per la nostra squadra che rende sempre più corpose le comitive dei tifosi azzurri nelle trasferte del VI Nazioni.

DETERMINATI - Per noi giocatori la loro presenza è uno stimolo in più, un dovere cercare il massimo risultato. Venivamo dalla bella prestazione di due settimane fa a Twickenham e qui in Scozia ci giocavamo un’occasione importante.
Le sensazioni erano buone, la determinazione massima, l’atmosfera splendida.
Già all’inno i nostri tifosi dagli spalti ci hanno dato una carica incredibile.
Poi, senza neppure il tempo di entrare in partita, ci siamo trovati in meta. Quasi senza prendere fiato, dopo appena sette minuti, eravamo sul 21 a 0. Credo non sia mai capitato un inizio così fulminante, almeno a mia memoria. Figurarsi trovarci cuciti addosso quel punteggio e quella sensazione di incredulità. Credo che non esista nessuno al mondo che non avrebbe firmato per un avvio del genere, eppure… Sì, eppure: credetemi, non è per nulla semplice trovarsi in quelle condizioni. Troppi pensieri passano per la mente, troppe costruzioni mentali, troppe certezze vengono sgretolate. Ti prepari mentalmente la partita e poi ti trovi ad affrontare una situazione, anche se positiva, davvero imponderabile. Bisogna essere bravi e noi lo siamo stati; paradossalmente è più facile giocare in svantaggio perché si è più liberi mentalmente, non hai nulla da perdere e metti in campo più serenità. Così, trovandoci alla fine del primo tempo sul 24 -10, negli spogliatoi ci siamo guardati con un misto di stupore, incredulità, orgoglio.
UNITI - Quello che abbiamo voluto ricordarci con forza è che non ci conveniva aspettare la prevedibile reazione degli scozzesi ma continuare a giocare, essere attivi e presenti nelle fasi essenziali del gioco. In effetti l’orgoglio scozzese ci ha messo in difficoltà e per buona parte del secondo tempo il loro possesso palla e la predominanza territoriale ha dimostrato come le partite si debbano giocare fino all’ultimo secondo con la stessa concentrazione e determinazione. Abbiamo retto, cari amici; abbiamo fatto un gran lavoro nei placcaggi e in mischia. Soprattutto abbiamo sempre mantenuto a distanza la Scozia. Precisi nei piazzati abbiamo forse chiuso la partita con la mia meta. Una soddisfazione enorme, un gioco di squadra che ho avuto l’onore di concretizzare. Nessun dubbio che fosse meta, avevo schiacciato regolarmente la palla e la richiesta della prova TV da parte dell’arbitro non ci ha per nulla intimorito; l’arbitro stesso, quando alzandomi ho incrociato il suo sguardo, mi ha fatto l’occhiolino come per dire che aveva visto e voleva una semplice conferma. Il rapporto con gli arbitri nel nostro gioco è così; dialettico e amichevole, all’insegna della correttezza e dell’aiuto reciproco. Questa volta, poi, devo dire che non abbiamo subito alcuna decisione dubbia, come qualche volta in passato. Difendendo sino all’ultimo centimetro la nostra area di meta negli ultimi minuti abbiamo così dimostrato la nostra forza fisica, la voglia di portare a casa un punteggio straordinario.

LE DEDICHE - La prima vittoria esterna dell’Italia nel Torneo delle Sei Nazioni si è così chiusa con un 37-17 impensabile alla vigilia. Sapevamo che avremmo potuto vincere solamente facendo molti punti; ma mai avremmo pensato di realizzare un così alto distacco. Alla storica impresa si è poi aggiunta la mia gioia personale della nomina a Man of the Match; per la seconda volta in due settimane ho avuto questo onore. Però stavolta non me ne sono accorto: a Twickenham avevo sentito fare il mio nome a partita in corso e mi ero goduto un momento tutto mio tra gli applausi dello stadio. Qui la gioia e l’emozione erano a livelli così alti che, al fischio finale, tra le urla e gli abbracci dei compagni mi son visto recapitare il magnum indirizzato al vincitore del premio. Questa ulteriore soddisfazione la vorrei dividere con tutti i miei famigliari, con la mia ragazza, con gli amici, con tutti i tifosi azzurri. Con i miei compagni e tutta la Federazione abbiamo rivissuto i momenti storici della Nazionale italiana festeggiando, dopo un Terzo Tempo con gli scozzesi parecchio abbattuti, tra le vie del centro di Edimburgo inondate di birra e nostri compaesani urlanti.
Adesso un po' di riposo e poi di nuovo determinati per la sfida al Flaminio con il Galles. Inutile dire che vi aspetto numerosi perché sarà un’altra gara di emozioni forti. Io, dall’inizio di questa mia nuova avventura azzurra, ne sto vivendo di intense; le vorrei condividere con tutti voi.
Alessandro Troncon

Nessun commento: