15.7.07

I chi è del rugby....MARCO BORTOLAMI

Marco Bortolami sfonda in Premiership. “A Gloucester ambiente perfetto, ma un giorno tornerò in Italia”

July 10th, 2007

marco bortolami gloucesterChe Marco Bortolami fosse un buon giocatore non lo metteva in dubbio nessuno. Ma che il padovano si affermasse in modo cosi’ clamoroso nella sua prima stagione di Premiership inglese, nel campionato decisamente piu’ duro d’Europa, e’ invece una gradevolissima sorpresa: per Marco, che e’ una persona intelligente e disponibile, per il rugby italiano, e anche un po’ per il Petrarca che l’ha cresciuto e svezzato.

A Gloucester, due ore da Londra verso il confine gallese, 110 mila abitanti ed almeno 10.000 allo stadio di rugby ogni sabato, Bortolami e’ un idolo, oltre che il capitano dei “cherry and whites”. Una passeggiata in centro città significa firmare autografi, stringere mani, posare per le foto con i tifosi. Lui abita nella vicina citta’ termale di Cheltenham (che per un padovano e’ come vivere ad… Abano), entusiasta dell’esperienza inglese tanto che, confessa, “qui ci resterei anche tutta la vita”. Nel frattempo ha prolungato fino al 2009 il contratto con il Gloucester, che e’ tornato ai massimi livelli a quattro anni dalla finale persa con i Wasps: ha vinto la regular season, ha demolito i Saracens in semifinale e si è arreso solo nella finale per il titolo di Premiership, contro il Leicester a Twickenham.

Bortolami, a causa di un infortunio, non ha potuto partecipare al match decisivo ma resto comunque il primo italiano ad avere la chance di giocare una finale inglese, in compagnia degli oriundi azzurri Nieto e Castrogiovanni (titolare il primo nel Gloucester, infortunato “Castro” nelle file dei Tigers). Ed e’ stato scelto dall’emittente inglese Sky Sport nel “Dream team” del torneo, di cui il padovano e’ stato anche virtualmente nominato capitano.

marco bortolami gloucester“E’ stata una stagione straordinaria”, dice il seconda linea, 27 anni, “e’ andata bene con l’Italia nel Sei Nazioni, e’ andata benissimo con il Gloucester. Di sicuro la migliore annata della mia carriera, sono contentissimo. E ci sono ancora i Mondiali. Se continuasse cosi’…”

Ti aspettavi di sfondare cosi’ nella tua prima stagione a Gloucester?
“Ho trovato un ambiente perfetto, mi hanno subito eletto capitano e il nostro allenatore Dean Ryan si e’ dimostrato un ottimo psicologo nel gestire la squadra. Da queste parti la gente vive solo per il rugby, a Gloucester non c’è neppure la squadra di calcio. E pensare che quando ho scelto di venire qui non sapevo cosa avrei trovato. C’era un contatto avanzato con i London Irish, ero quasi convinto che sarei finito nella capitale, ma poi le cose andavano per le lunghe e mi decisi ad accettare l’offerta di Gloucester. Già dopo due mesi, comunque, avevo capito di averci azzeccato. Quando ho lasciato l’Italia per Narbonne, tre anni fa, ho fatto una scelta di vita e una scommessa con me stesso. Oggi posso dire di averla vinta”.

Meglio il rugby inglese o quello francese?
“Meglio l’Inghilterra. Qui è tutto seguito con maggiore cura, con una professionalità e un’attenzione maniacali. Si gioca molto, anche io quest’anno ho disputato tantissime partite fra campionato, coppe europee, test-match e Sei Nazioni con l’Italia, e sono arrivato alla fine davvero stanco, anche se entusiasta. A Gloucester comunque sono bravi ad amministrarti durante la settimana, sono sensibili alle tue esigenze. In particolare l’Inghilterra è meglio della Francia per il modo di affrontare il lavoro con la mischia, quanto ai trequarti c’è un pochino meno cura, anche perchè qui d’inverno piove sempre e quindi non è mai facile sviluppare il gioco al largo”.

gloucester bortolami fansUn italiano in finale di Premiership. Cosa significa per il nostro rugby?
“Qualcuno aveva detto che nell’anno dei Mondiali gli italiani erano stati messi sotto contratto solo per completare le rose. Invece stiamo dimostrando di poter essere protagonisti sia in Inghilterra che in Francia. Questo dice che il nostro movimento e’ in grado di produrre giocatori di talento, ma dice allo stesso tempo che il campionato italiano avrebbe bisogno di essere rivitalizzato. Mi piacerebbe tornare, tra due o tre anni, e vorrei trovare un torneo di piu’ alto livello, piu’ stimolante”.

A proposito, continui a seguire il Super Ten e il Petrarca?
“Cerco di tenermi informato e sono contento che Padova quest’anno sia tornata competitiva. La citta’ e la societa’ se lo meritano ed un Petrarca al vertice fa bene a tutto il rugby italiano”.

Tratto da www.rugbypeople.it

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