8.2.08

"I nostri inviati speciali a Dublino"

Fatto! Ormai si è deciso, si parte per Dublino a vedere la prima giornata d’apertura del Torneo 6 Nazioni, grande partita Italia-Irlanda. Allora corri a prenotare i biglietti aereo, l’albergo, e-mail su e-mail per radunare amici e simpatizzanti e finalmente ecco che il gruppo RAV capitanato da Marco e Nicola si costituisce e… finalmente si parte!
Il sabato giorno di partita siamo tutti, bambini compresi, in agitazione: ci siamo pitturati il tricolore sulle guance, messo sopra le giacche a vento la maglia della muta del RAV, coccarda tricolore sui berretti e grande bandiera italiana da sventolare al bisogno.. tutto è pronto.
Alla mattina la nostra prima tappa è alla Guinness (e che rugbisti siamo se non ci facciamo una sana pinta di birra?) e poi di corsa al Croke Park.
Il Croke Park è al momento il più grande stadio d'Irlanda con una capienza di 82.500 persone (il quarto in Europa). I soli stadi più grandi sono il Camp Nou di Barcellona, il San Siro di Milano e il nuovo Wembley Stadium di Londra. Il Croke Park è riservato agli sport gaelici, ma visto che lo stadio adibito al rugby è in restauro, è “prestato” per il gioco del rugby e per il calcio.
Il Croke Park ci appare in tutta la sua grandezza, migliaia di persone colorate e nelle tenute più strane affollano gli spalti.
C’è un gruppo d’italiani vestiti di tutto punto da nobili veneziani, italiani con le parrucche azzurre, altri con la tuba a colori bianco rosso verde.
Altri ancora con le facce dipinte, insomma un marasma colorato di tifosi in festa.
Siamo in fibrillazione, entra la banda, si schierano le due squadre, lo stadio urla e applaude.
All’inno nazionale italiano siamo tutti in piedi con la mano sul cuore e con il nostro tricolore steso. Lo stadio intero canta “fratelli d’Italia” e vi assicuro che è un brivido e un’emozione che tocca il cuore.
La partita inizia e inizia l’emozione, gli applausi, la trepidazione per la meta, i commenti urlati, le mischie, e ancora l’inno nazionale che tutto lo stadio intona a sostenere i nostri giovani, a sostenere un Troncon sempre in campo a dare consigli gesticolando e muovendosi da uno all’altro giocatore con una passione e un trasporto che commuove e ci inorgoglisce.
Grande Troncon e grande squadra.
Il risultato poi lo sapete tutti: abbiamo perso 11 a 16, ma perso con classe, con passione e con grinta.
Grande rugby e grandi emozioni anche se, come dice il mio collega Stefano:
“correre schincando gli avversari che ti si vogliono abbattere addosso e continuare a passare una palla "ogivale" al compagno che sta dietro, ammassarsi in mischie da venti energumeni urtandosi vicendevolmente mentre si guarda tutti insieme il prato apparentemente alla ricerca di quadrifogli, è una pratica che ai più resta incomprensibile”.


Ciao a tutti !!!

Renata,
moglie e mamma di rugbisti

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