22.11.07

In Italia il rugby ora diventa più "dolce"

Tratto da http://www.futura.to.it/

Gallery sport
di Ilaria Leccardi

Si chiama touch rugby: niente mischie, placcaggi,.

Il touch rugby, nato in Australia come forma di allenamento, è presto giunto in Europa e, da poco, in Italia.
Mentre in Francia si chiudono i mondiali di rugby, in Italia lo sport dei
guerrieri prende un’altra forma.
Si chiama touch rugby è ed, per così dire, un rugby in forma chic, niente placcaggi.


Anzi, uomini e donne possono giocare insieme, così come bambini e atleti robusti e muscolosi.
Come nel rugby originale, l’obiettivo del gioco è fare meta, ma l’elemento che regola la partita è il “touch”.

Basta infatti che un giocatore tocchi una qualsiasi parte del corpo dell’avversario con la
palla in mano, o la palla stessa, e l’azione si ferma.

Al sesto tocco consecutivo l’ovale passa alla squadra avversaria.
Nato in Australia come forma di allenamento, è presto giunto in Europa.
Questo gioco, che mette in secondo piano la potenza fisica a
vantaggio di agilità e velocità, non è arrivato da molto in Italia e la sua diffusione, all’inizio, è stata per lo più spontanea.

Eppure sta riscuotendo interesse, tanto da portare il 22 settembre alla nascita di
Touch Rugby Italia, federazione italiana affi liata all’Aics (Associazione Italiana Cultura Sport), a sua volta legata al Coni.

In occasione della nascita della federazione, che per ora conta circa 400 iscritti, è stata
organizzata a Silea (Tv) una giornata con torneo aperto ad atleti e appassionati e triangolare tra le rappresentative di Italia, Francia e Svizzera.
Motore della diffusione del touch rugby in Italia è il sito Internet http://www.maidiremeta.it/, punto di aggregazione tra realtà e organizzatore di eventi.

«Dopo la nascita della federazione, l’obiettivo è ora far conoscere a quanta più gente possibile le regole internazionali del touch rugby
– racconta Massimo Camerin, più conosciuto come Maci, presidente di MaiDireMeta –.
L’idea per il prossimo anno è dar vita a un campionato italiano e partecipare con una squadra nazionale agli Europei che si svolgeranno a Parigi».

Diffuso in Lombardia e Veneto, il touch rugby è ancora poco noto in Piemonte.

Poco per volta sta però crescendo tra piccoli gruppi a Chieri (To) e a Borgo San Dalmazzo (Cn). «Qui non si è ancora diffusa la mentalità del touch – spiega Angelo Sciarrone, presidente dell’Asd Cheiri Rugby, che collabora con il progetto di MaiDireMeta -.

Per far nascere qualcosa c’è bisogno di energia e la maggior parte di quella
investita per il rugby nella nostra regione si concentra sul rugby a 15 maschile.
Personalmente mi sono messo a disposizione per organizzare eventi in provincia di Torino e fare da ponte per la federazione in Piemonte, anche sfruttando vicinanza con la Francia, dove il touch è diffuso.

Ogni occasione che può portare lustro al rugby va sfruttata eanche per questo il touch è estremamente importante».

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao, ho letto con interesse questo post.
Io abito in provincia di Torino e mi piacerebbe provare a partecipare, come potrei fare

Rugby Summano ha detto...

Ciao, per avere informazioni sulla zona di Torino vai sul sito www.maidiremeta.it, ti puoi iscrivere al forum e chiedere a Maci.

Sicuramente ti saprà dare indicazioni per la tua zona.

Facci sapere.

Ciao